STALLOWEEN

di Simone Sciocchetti

Se la nostra cultura è in stallo, la nostra vita è una stalla. Circondati da atmosfere muffose e stantie, ogni trogolo angloamericano che ci viene dato in pasto, ci sembra saporito e innovativo. Il vero gesto creativo della Solennità di Tutti i Santi è proprio spogliarsi di morte, di idoli e di maschere, non vestirsi da salme o da salami. Di vera creatività in giro non se ne trova neanche con la lanterna. La lucerna non viene messa né sopra né sotto il moggio, ma addirittura chiusa dentro il cadavere di una zucca (senza polpa fresca e semi fertili). C’è così grande allarme per le “invasioni” di migranti che cercano un futuro e nessuna attenzione verso le “colonizzazioni” ideologiche, figuriamoci per quelle spirituali… L’intrattenimento noir diventa rituale apotropaico per scongiurare tristezze, dolori e paure, ma questo è semplicemente pensiero magico. I nostri bambini (over 40 compresi) si “abituano” a vedere immagini agghiaccianti, contenuti senza filtri: tutti scorrazzano liberamente nella rete (o nella notte) per entrare in contatto con tutto e il contrario di tutto, senza possedere gli strumenti necessari per elaborare, verificare e discernere tra bene e male, tra vero e falso. L’assuefazione alza l’asticella della tolleranza, ma il buio – anche se non fa più paura – rimane comunque buio e, spesso, è proprio quel buio che non ci turba a farci dare le peggiori “zuccate” contro i pensili. C. S. Lewis scriveva così, nella premessa de “Le lettere di Berlicche” (1942): “Vi sono due errori uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d’ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago”. Halloween è inganno dai due volti: uno occulto (ingenuamente o volutamente ignorato); l’altro, manifesto, che ci fa credere divertente, salutare e redditizio scherzare con le tenebre e col fuoco. In un labile confine tra “fatture” e “fatturato”, guardiamo un’epoca perdersi in un illuminismo disonesto, dove Dio è giudicato superstizione, e dove la superstizione diventa dio. Il film “La notte dei morti viventi” di George A. Romero (1968) forniva una lettura metaforica intelligente per i nostri giorni: in una società ormai interamente contagiata da “omologati” cadaveri ambulanti, i “disadattati” diventano quei pochi superstiti che ancora cercano di battersi per la vita. Dopotutto la differenza tra “Santo” e “Zombi” è che il primo ha la vita eterna, completa, sviluppata, trasfigurata e glorificata in Cristo, l’altro è un miserabile condannato a deambulare cercando di soddisfare esclusivamente il proprio appetito e l’istinto materiale. La Buona Notizia è che, per Misericordia, in ogni momento della nostra vita terrena possiamo tutti scegliere tra Paradiso o Inferno, se preferiamo farci santi oppure morti viventi. Il 1° Novembre è la migliore occasione per dire di sì a Dio e alla Sua proposta di gioia luminosa!